Che il calcio italiano è un disastro sia a livello calcistico e finanziario è sotto gli occhi di tutti. Ma non va di certo meglio a quelle società che sono quotate in borsa come la Juventus, Lazio e Roma. Infatti la Juventus, fresca di nuovo stadio e di nuove ambizioni è dovuta ricorrere ad un aumento di capitale per coprire le perdite vicine ai 100 milioni, e per rilanciare la società verso obiettivi importanti a livello nazionale, ma anche a livello europeo. Il titolo azionario juventino è totalmente sprofondato segnando un ribasso di oltre 80 punti percentuali da inizio 2011 ad oggi. Attenzione però, il 18 gennaio 2012 scade il termine per esercitare i diritti derivanti dall’aumento di capitale già sottoscritto pro-quota da Exor, che ha così assicurato il requisito della continuità aziendale, versando 72 milioni per il 60% delle azioni. Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, ha inoltre già affermato di essere pronta a rilevare il 7,5% della libica Lafico. Il restante 32,5% dunque resta in mano ai piccoli azionisti, che però di fronte alla richiesta di aumento di capitale non è detto che sottoscrivano i nuovi titoli. Se dovesse accadere, Exor, la finanziaria di famiglia, dovrà accollarsi oltre il 90% del capitale, che farà scattare in automatico l’Opa con conseguente delisting del titolo azionario. Questo potrebbe comportare un beneficio ai tanti tifosi juventini e al presidente Andrea Agnelli, che avrebbe meno problemi per investire e quindi potenziare la squadra con nuovi acquisti. Non è andata di certo meglio alle società romane; AS Roma ha visto un ribasso nel 2011 vicina al 50%, considerando oltretutto il cambio al vertice con gli investitori americani, mentre è andata “meglio” per la SS Lazio dove ha perso circa il 38% nel 2011. Il presidente Lotito ha rilanciato più volte la necessità di avere stadi di proprietà e una nuova legge sulla negoziazione dei diritti televisivi per l’estero per rilanciare la competitività del nostro calcio. Ma tutto questo, attualmente, sembra bloccato.