Tanta attesa, tante previsioni e aspettative e finalmente, appena prima della fine dell’anno, arriva la quotazione in Borsa di Zynga, che fa oggi il suo debutto sui listini di Borsa americana. La società californiana che realizza videogiochi online si quota sul Nasdaq con una previsione di raccolta di circa 925 milioni di dollari, il controvalore di 100 milioni di azioni che saranno collocate a un prezzo compreso fra 8,50 e 10 dollari. In base a questa valutazione l’azienda vale 6,5 miliardi di dollari, quasi sette volte il fatturato dell’ultimo anno. Ma dopo i mesi di anticipazioni, dati presunti e bilanci reali, Zynga vale davvero l’investimento?Innanzitutto va detto che il primo giorno di contrattazioni sarà, quasi sicuramente, all’insegna del boom. L’attesa è stata troppa, le aspettative sono altissime, negli ultimi mesi il titolo è stato “pompato” in ogni modo, e poi vanno considerati precedenti: anche LinkedIn e Groupon, altre due matricole tecnologiche molto attese quest’anno hanno fatto il boom nel giorno del debutto. Quindi, chi riesce a piazzare un’offerta di acquisto iniziale ha ottime opportunità di guadagno. Il dubbio riguarda quello che succederà dopo.

A questo proposito c’è chi solleva dubbi sui risultati futuri della società, mettendo in evidenza alcuni punti di debolezza. A favore di Zynga depone la rapida crescita delle entrate (da 19 milioni di dollari nel 2008 a 600 milioni nel 2010), il numero degli utenti e il fatto che, insolitamente per una matricola, sono già arrivati gli utili, in un tempo record; e gli attuali proprietari manterranno una partecipazione molto alta, circa il 30%. Ma le buone notizie finiscono qui.

Per quanto riguarda gli utili, il problema di Zynga è la fortissima dipendenza da Facebook: oltre il 90% delle entrate derivano dal rapporto di partnership con il colosso dei social network; il contratto è in scadenza nel giro di un paio di anni e un eventuale cambio delle condizioni garantite da Zuckerberg avrebbe un impatto notevole sui conti di Zynga.

La valutazione complessiva dell’azienda è molto generosa, più di tre volte il concorrente Electronic Arts secondo Bloomberg; il punto è che Ea vanta un catalogo di giochi di successo molto ricco, mentre per esempio Zynga per adesso può contare solo su pochi titoli. C’è poi da considerare il modello di business basato sul free-gaming: in genere gli utenti non pagano per giocare e Zynga fattura la vendita di servizi accessori. Solo una minoranza – meno del 3% – garantisce le entrate della società.

Da un lato ci sono prospettive di crescita, dall’altro evidentemente numeri così esigui dimostrano che qualcosa va messo a punto anche a livello di organizzazione. In definitiva, chi riesce a conquistare le azioni al collocamento ha l’opportunità di realizzare quasi subito. Chi è comunque interessato al titolo può aspettare qualche giorno, vedere sgonfiarsi i primi fuochi d’artificio e puntare poi a un risultato di medio periodo. In attesa della madre di tutte le Ipo, quella di Facebook.

VIA finanzablog.it