Metodo contributivo per tutti a partire dal 1° gennaio 2012 e abolizione delle pensioni di anzianità basate sul sistema delle quote. Indicizzazione all’inflazione solo per le pensioni minime nel 2012 e nel 2013 e obiettivo pensionamento a 67 anni nel 2022. Questi i punti cardini della riforma del sistema pensionistico italiano presentata dal presidente del consiglio Mario Monti. Il pacchetto, assemblato insieme al ministro del Welfare Elsa Fornero, dovrebbe portare nell’immediato sui 3-3,5 miliardi di risparmi. Dal 1° gennaio 2012 sarà applicato a tutti il sistema contributivo pro rata. Questo decreterà la fine del calcolo della pensione basato sugli ultimi stipendi. L’applicazione del retributivo continuerà per coloro i quali il calcolo della pensione attraverso il contributivo sarà più favorevole. La pensione, dall’anno prossimo, arriverà al compimento dei 66 anni di età per gli uomini e a 62 per le donne. Per quest’ultime, appartenenti al settore privato, è previsto un adeguamento progressivo ai 66 anni maschili nel 2018. Per le donne impiegate nel settore pubblico l’età pensionabile aumenterà a 66 anni nel 2012 mentre le lavoratrici autonome passano a 63 anni e mezzo dall’anno prossimo e a 66 anni e mezzo nel 2018. I lavoratori autonomi invece potranno andare in pensione a 66 anni e mezzo. Obiettivo sarà quello di giungere al 2022 a un’età pensionabile per tutti non inferiore ai 67 anni. La riforma abolisce le pensioni di anzianità, ossia quelle previste attraverso il calcolo delle quote legate alla somma dell’età anagrafica con quella contributiva. D’ora in poi il termine anzianità sarà sostituito da anticipata: le porte della pensione dal 2012 si potranno aprire in anticipo solo con la maturazione di 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 e un mese per le donne. Addio al sistema delle finestre mobili per la decorrenza della pensione, fissato a 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi. Adesso il periodo sarà assorbito nei requisiti di vecchiaia: quindi il momento in cui si maturano i requisiti sarà anche quello di pensionamento. Inserita anche una cosiddetta fascia flessibile che invoglierà i lavoratori a posticipare il più possibile il pensionamento. Per le donne il periodo andrà dai 63 ai 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70 anni. La riforma prevede il blocco delle pensioni rispetto all’inflazione sia per il 2012 sia per il 2013. Rimarranno totalmente fuori dal provvedimento le pensioni minime, ossia quelle fino a 467,42 euro, e parzialmente quelle comprese tra questa soglia e i 935 euro.

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