E il Codacons comunica che da gennaio 2002 a gennaio 2012 la perdita del potere d’acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%. Ogni famiglia base, di 4 persone, per aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti, ha perso circa 10.850 euro. Dal primo gennaio i pedaggi della rete Autostrade per l’Italia aumenteranno del 3,51%.
L’adeguamento tariffario, spiega Autostrade per l’Italia, è il risultato della somma di diverse componenti: un aumento dell’inflazione registrata nel periodo 1° luglio 2010 – 30 giugno 2011 e un incremento relativo alla percentuale e alla remunerazione dei nuovi investimenti previsti.E nuovi rincari sono annunciati anche per le bollette energetiche. Dal primo gennaio, secondo quanto deciso dall’Autorità per l’energia, la luce registrerà un aumento del 4,9% e il gas del 2,7%. Una sostanziale perdita di oltre 50 euro per un nucleo familiare base composto da 4 persone.
Le stangate delle tariffe arrivano mentre il Codacons comunica i dati di uno studio effettuato sui consumi degli italiani negli ultimi 10 anni: da quando c’è stato il passaggio dalla lira all’euro, da gennaio 2002 a gennaio 2012, la perdita del potere d’acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%, e una famiglia media ha subito un taglio, per aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti, di circa 10.850 euro.
Da quando il nostro paese ha aderito alla moneta unica gli aumenti su quasi tutti i prodotti sono stati esponenziali: del 207,7% per l’acquisto di una penna a sfera, del 198,7% per un tramezzino, del 159,7% per un cono gelato. Lo studio del Codacons riporta che fra i prodotti che hanno subito i maggiori rialzi di prezzo ci sono la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+92,3%). Nella lista di cento prodotti stilata dall’associazione a difesa dei consumatori, l’unico ad aver subito un calo di prezzo è stato il francobollo di posta prioritaria passato da 0,62 a 0,60 euro (-3,2%), e che nel 2006 ha sostituito quello di posta ordinaria, che costava 0,45 centesimi. La pizza margherita costava, a dicembre 2001, l’equivalente di 3,36 euro mentre oggi è indicata a 6,50 (+93,5%), un jeans di marca per uomo è passato da 64,56 a 126 euro (95,2%), un chilo di patate da 0,62 a 1,12 euro (+80,6%), cappuccino e brioche costavano l’equivalente di 1,19 euro e oggi si pagano 2 euro. Per un chilo di pane si spendeva 1,80 euro mentre oggi 2,85 (+58,3%), il quotidiano costava 77 centesimi e oggi 1,20 (+55,8%). Fra i prodotti per cui i rincari sono stati contenuti ci sono il Cd, da 20,14 a 22 euro (+9,2%), una confezione da sei di uova da 1,03 a 1,20 euro (+16,5%), e quella da due omogeneizzati da 2,69 a 2,99 euro (+11,2%).
E mentre ieri l‘Eni ha decretato un ulteriore aumento della benzina, superando il livello raggiunto dal leader del mercato e toccando un nuovo record storico a 1,724 euro al litro nei distributori a marchio Ip, le associazioni dei consumatori (Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione Nazionale Consumatori) indicono per il 5 e 6 gennaio due giorni di sciopero della benzina per protestare contro i rincari dell’ultimo mese dei carburanti: “I cittadini italiani sono invitati ad astenersi dal fare rifornimento di benzina e gasolio, come forma di protesta contro i continui aumenti delle accise” hanno dichiarato i promotori che aggiungono: “L’abnorme situazione dei carburanti in Italia determina non solo una stangata sul pieno, che sfiora i 200 euro annui ad automobilista, ma anche un effetto negativo sui prezzi al dettaglio dei beni trasportati su gomma”. Dal primo gennaio, intanto, Piemonte, Liguria e Toscana applicheranno maggiorazioni che, comprese di Iva, alzeranno i prezzi di 6,1 centesimi al litro. Ad aumentare sarà anche l’addizionale nelle Marche (compresa di Iva arriverà a 9,1 centesimi in più rispetto al livello nazionale), così come Umbria e Lazio che introdurranno per la prima volta la maggiorazione rispettivamente di 4,1 e 3,1 centesimi al litro. Buone notizie solo in Abruzzo, dove l’addizionale introdotta il primo gennaio 2011 verrà invece abrogata.
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