Puntare sul lusso per i propri investimenti? In tempi di crisi è difficile che i super-ricchi soffrano davvero come la classe media e dunque, messi da parte gli occasionali richiami alla frugalità e alla moderazione, le vendite dei beni di lusso non dovrebbero patire brusche riduzioni. In questo settore vale la pena dare un’occhiata a un titolo britannico che non è molto noto qui da noi – e in genere al di qua della Manica – ma che promette molto bene.
Il marchio Mulberry, che proprio nel 2011 ha festeggiato i propri 40 anni di vita, soprattutto negli anni Settanta è stato sinonimo di moda all’inglese all’indomani dell’epoca d’oro della Swinging London, soprattutto con le sue borse di pelle dai colori accesi e dalle stampe animalier. La società ha prima recuperato lo smalto dei tempi migliori in patria, sotto la guida dell’amministratore delegato Godfrey Davis, che ha concentrato l’attività sulle borse di pelle e ha puntato sulle celebrities; adesso si prepara a fare il grande salto e partire alla conquista del mercato mondiale del lusso.Non è un caso che alla fine di una ricerca durata un anno, la società abbia scelto il nuovo Ceo che sostituirà proprio Davis, destinato a un ruolo di presidente senza cariche operative: il prescelto è Bruno Guillon, attuale managing director di Hermes. Una decisione che, secondo molti osservatori, prelude proprio a una strategia più aggressiva a livello globale per sfruttare le potenzialità ancora non valorizzate del marchio Mulberry.
Non a caso Guillon ha un passato in ruoli dirigenziali all’interno dei grandi gruppi francesi del lusso: Lvmh, Nina Ricci e attualmente Hermes. Un capo con questo profilo non può che aiutare il marchio britannico a fare il grande salto e competere con i concorrenti d’oltremanica e con gli italiani, che invece – lo sappiamo – non sono mai riusciti a coagularsi all’interno di un gruppo finanziariamente di peso.
Guillon, che entrerà in carica a marzo, comunque trova una società in ottima forma, che nel recente passato ha visto crescere il proprio valore a un ritmo impressionante e, francamente, difficile da ripetere: in 18 mesi il prezzo delle azioni è aumentato di sei volte all’Ftse di Londra, fino alla chiusura di ieri a 14,75 sterline: solo 12 mesi fa era appena a 9 sterline e a giugno 2010 valeva 2 sterline. Una corsa incredibile motivata dalle ottime performance di vendita.
Ad allontanare le paure legate alla recessione sono bastati i risultati dell’ultima semestrale, con i risultati fino alla fine di settembre: gli utili prima delle tasse sono aumentati del 231% a 15,6 milioni di sterline e le vendite a perimetro costante sono aumentate del 44%: complessivamente il fatturato è cresciuto del 62% a 72,3 milioni di sterline nei sei mesi conclusi a settembre.
Numeri straordinari che da un lato saranno difficile da migliorare o anche solo eguagliare, ma che segnalano la buona salute della società. L’unico dubbio è che il titolo ha già corso molto e ha raggiunto una quotazione che incorpora già i risultati ottenuti e forse anche quelli attesi. Le azioni quotano a 36 volte gli utili, un coefficiente molto vicino a quello, altissimo, applicato a Hermès.
Di certo, però, l’azienda sta incrementando il giro d’affari, conquistando nuovi mercati e macinando utili, per la gioia del suo azionista di controllo, la miliardaria di Singapore Christina Ong, che possiede il 52,7 per cento del capitale.
VIA finanzablog.it